Mi prendo a cuore... Riviano

Concorso indetto dal FAI (Fondo per l’Ambiente Italiano)

Varano... da visitare

Mi prendo a cuore... Riviano













“MI PRENDO A CUORE”

Due anni fa le classi quinta A e quinta B della Scuola primaria di Varano de’ Melegari hanno aderito al concorso “Mi prendo a cuore”, indetto dal FAI (Fondo per l’Ambiente Italiano).
Tale concorso chiedeva ai ragazzi di scegliere e studiare un luogo amato ed ipotizzarne interventi per conservarne l’originaria bellezza. La scelta del nostro “luogo del cuore” è caduta su Riviano. Partendo dal presupposto che
“Si protegge ciò che si ama; si ama ciò che si conosce”,
è stato ipotizzato un percorso didattico in collaborazione con l’Associazione “Amici di Riviano”, da vari anni attiva per far rivivere il piccolo centro, dimenticato per tanto tempo.
La partecipazione al concorso, supportata da specifiche proposte, è stata l’occasione per un’autentica educazione ambientale e ha dato ai ragazzi un’occasione per osservare, conoscere e approfondire lo studio del nostro territorio, ricco di storia, arte e natura.

Scheda sintetica del progetto


La situazione da cui siamo partiti.
L’adesione al progetto è nata dalla consapevolezza che solo la precoce familiarità e lo studio appassionato di quanto di bello e prezioso ci circonda possono garantire il rispetto e la responsabilità per la salvaguardia dell’ambiente in cui viviamo.

La situazione a cui si vuole arrivare

Obiettivi del progetto:

- Scegliere e studiare un luogo amato, ma “ferito” da qualcosa che lo rovina (vecchio cimitero di Riviano).
- Ipotizzare interventi per migliorare le condizioni del luogo.
- Sviluppare la sensibilità a “prendersi cura di...” (un ambiente, di sé, dell’altro...)


L’idea di fondo.
Aiutare i ragazzi a superare atteggiamenti egocentrici e a guardare fuori da sé, prendendosi a cuore una situazione, una realtà vicina a loro.
Associazioni/Persone coinvolte.
Associazione “Amici di Riviano Onlus” (Presidente, architetto Daniele Pompignoli)
Esperto Mario Gherardi
Amministrazione Comunale
Locale Gruppo Alpini
Parroco don Evio Busani
Metodologia utilizzata.
Ricerca e raccolta di “fonti” sul posto. Incontri in classe e sul posto con esperti volontari. Lavori a piccolo gruppo. Documentazione fotografica.
Attività previste.
Escursioni sul posto con volontari per la conoscenza dell’ambiente e delle sue caratteristiche. Visita approfondita al “bene ferito”: il vecchio cimitero.
Conversazioni, lavori di gruppo (a classi aperte), con rielaborazioni scritte e grafiche.
Prodotto finale ipotizzato.
Spostamento delle lapidi dal vecchio al nuovo cimitero, con l’intervento del Gruppo Alpini di Varano de’ Melegari.
Realizzazione di un libricino che ripercorra le tappe del progetto e raccolga i lavori più significativi dei ragazzi.



1° tappa
Uscita esplorativa in compagnia dell’arch. D. Pompignoli

In una splendida giornata di settembre, armati di taccuino e tanta curiosità, abbiamo raggiunto località Palazzo; lì ci attendeva Daniele Pompignoli per raccontarci i luoghi di Riviano come solo chi li ama può fare. Ci ha anche munito di una cartina dettagliata del territorio che ci accingevamo a percorrere : una bella idea!
La storia, se narrata nel suo naturale scenario, diventa molto più affascinante e così abbiamo cominciato a prendere appunti su appunti, golosi di nomi, leggende, nozioni d’arte e di botanica: i nomi dei signori che hanno abitato nel corso degli anni Palazzo, la leggenda della Madonna dei Bäler, le vicissitudini legate alla chiesetta di S.Pietro, la preoccupante situazione delle querce, l’insolita presenza del Pinus Pinea. In questo modo, passeggiando e sostando nei suoi luoghi, Riviano ha cominciato a svelarsi ai nostri occhi.

2° tappa
Ricostruzione storico-geografica della mappa

In classe sono state raccolte tutte le informazioni annotate sui taccuini e quindi, divisi in piccoli gruppi, sono state costruite mappe cognitive a proposito delle diverse località : Palazzo, la Chiesetta, il cimitero, Gallichiano, ma anche relativamente alle specie arboree e al panorama circostante.

PALAZZO:
Palazzo” è una costruzione del 1500. I primi abitanti furono i Galli e i Ventura; all’inizio del 900 passò al generale Malgarini, dopo la ereditarono i figli. Adesso ci abitano quattro famiglie. Palazzo è circondato da un giardino pieno di vegetali: noce, melo, quercia, vite, alloro, castagno, lavanda, rosa, muschio. A Palazzo c’è una torre rinascimentale (del 1400 – 1500). Palazzo è a 480 metri rispetto al livello del mare. Vicino a Palazzo c’è una strada chiamata di “Pietra Corva”, anticamente chiamata “Maria Longa.

CHIESETTA (esterno)
La chiesa è stata costruita nel 1668. Nel 1350 è stata distrutta una piccola chiesetta non lontana da lì. Dall’esterno si possono notare incisioni romane: MCCCL = 1350, cioè quando è stata distrutta la piccola chiesetta; MDCLXVIII = 1668 cioè quando è stata costruita la grande chiesa. Dietro la chiesa c’è il campanile. Una delle campane è stata spostata a Varano. Da un lato della chiesa c’è la sagrestia che è stata costruita in seguito, nel 1800.


CHIESETTA (interno)
Dentro la chiesetta di Riviano si possono vedere due affreschi: uno rappresenta S.Rocco con un bastone con attaccata una campanella, l’altro rappresenta un vescovo nel momento del Battesimo. Il pavimento è di mattonelle in pietra grigia. Il soffitto è a botte e a vela. A destra c’è una cappellina con la “Madonna dei Bàler” (castagne cotte); a sinistra invece c’è una porta murata con una strana incisione; al centro c’è una statua di Maria. L’altare, prima di pietra, ora è stato rifatto di legno. Alla destra dell’altare c’è la sagrestia; in fondo alla chiesetta ci sono due porte, una bloccata da Gesù crocifisso e sopra c’è un quadro rappresentante due uomini in guerra. In alto c’è un lampadario a luce.


IL CIMITERO VECCHIO
Il vecchio cimitero di Riviano è sorto nel 1587. Non ci sono più salme ma ci sono le lapidi che presentano incisioni e calchi. C’è un muro diroccato con paglia e legni per reggerlo. Naturalmente ci sono lapidi abbandonate e lapidi nascoste tra le erbacce, tra cui quelle con il nome di Elmo Cursiotti e Restiani Bruna che è morta il 10.05.1928 a 13 mesi. Nel cimitero c’era la camera ardente dove si mettevano i morti prima di seppellirli. Per riconoscere l’ingresso c’erano i cipressi.


PANORAMA da RIVIANO
Da Palazzo si possono vedere: Mariano e Montesalso, due paesini di cui abbiamo visto i campanili, la valle dello Stirone e molte strade, tipo “Maria Longa”, “Pietra Corva” e la strada Castello. Dalla chiesetta si possono vedere:La Val Ceno, Ponte Ceno, la Fopla, il Ceno... Il panorama è molto bello, c’è una cosa più bella dell’altra... Da Gallicchiano si poteva vedere il castello che abbiamo visto col binocolo e la strada per andare al castello.

LE PIANTE di RIVIANO
A Riviano abbiamo incontrato molti alberi: querce, castagni, pini, acacie. Le querce sono protette e ammalate; per non farle ammalare del tutto hanno tagliato i rami. I castagni sono tutti morti di malattia; tanto tempo fa i frutti dei castagni hanno salvato gli abitanti di Varano dalla fame. Nella seconda domenica di ottobre si fa ancora una festa per ricordare questo evento.
Lungo la strada abbiamo incontrato una pianta con le spine lunghe circa 3 cm: l’acacia. La nostra guida ci ha spiegato che con i tronchi degli alberi ci si può orientare: la parte dove c’è il mischio indica il nord; se ci mettiamo con la fronte verso il nord, a destra abbiamo l’est, a sinistra l’ovest e alle spalle il sud.

Tutte le didascalie prodotte hanno costituito il materiale per la ricostruzione della cartina geografica: è stato un lavoro impegnativo, sia per le dimensioni, che per la ricerca di fedeltà al reale, ma ne è risultata una visualizzazione delle informazioni raccolte molto gradevole e chiara. Decidiamo di esporre tutto il lavoro alla festa della Madonna dei Bäler a testimonianza del nostro interesse per questi luoghi.

3° tappa
Incontri storico - culturali con M. Gherardi

Con la guida esperta e sicura di Mario Gherardi siamo entrati nei panni del ricercatore storico che possiede due qualità fondamentali: l’attenzione e la pazienza. Tenendoci per mano ci ha accompagnato attraverso il tempo : da ere lontane milioni di anni fino ai giorni nostri. 4 milioni di anni fa Ci immaginiamo il mare e vediamo il masso ofiolitico di Pietra Corva che galleggia sull’argilla e si ferma proprio nel punto in cui noi l’abbiamo avvistato da Gallichiano. 80.000 anni fa.

In Val Ceno compaiono le prime bande di uomini preistorici nomadi, cacciatori, raccoglitori. Utilizzano il diaspro rosso di Pietracorva per costruire i loro utensili (raschiatoi, coltelli). 2.200 anni fa
L’uomo diventa stanziale e proprio nei pressi di Pietracorva sono stati trovati i resti che testimoniano la presenza di un piccolo villaggio (una freccia, frammenti di vasi). 1.300 a.c.
Sempre intorno a Pietra Corva ecco un villaggio di agricoltori liguri ed etruschi (qui viene ritrovata una macina a sella). In seguito sono arrivati i Celti : capaci, geniali, agricoltori, feroci in guerra. Adoravano la natura e le querce in particolare ; la grande Pietra Corva era un altare per i loro sacrifici, la pozza vicino alla chiesa testimonia il loro culto per l’acqua. Intorno al 100-200 a.c.
I romani cominciano la loro conquista , ma si impantanano nei fanghi di Viazzano e i rivianesi rimangono sostanzialmente uomini liberi e conservano la loro cultura celto-ligure.

Nel Medioevo
Nel medioevo da Riviano si potevano vedere i pellegrini che percorrevano la Via Francigena diretti a Roma ; il paesino fu conteso per secoli dai signori locali : i Rossi e i Pallavicino. La loro contesa ha originato la leggenda della imponente rupe di Pietra Corva. Si narra che un giovane Pallavicino e una ragazza dei Rossi si buttarono insieme giù dalla rupe perché le famiglie, rivali, erano contrarie al loro amore. I loro corpi non furono mai ritrovati e si dice che nel vento si oda ancora la loro voce. Le prime fonti scritte portano la data del 1210; queste fonti testimoniano che la località era molto più popolata che nel presente (35 famiglie); nell’800 addirittura era quasi equivalente a quella del capoluogo.

“La leggenda della Madonna dei Bäler
Nel corso dei secoli la vita dei contadini fu sempre dura, con anni difficili di guerra o di carestia; nel Rinascimento si organizzarono in una sorta di cooperativa, dividendo i raccolti, più tardi furono assoggettati all’autorità dei residenti di “Palazzo”, l’unica casa signorile del posto. Gli archivi ci parlano di una gravissima siccità nella zona intorno al 1860: gli abitanti del comune si salvarono dalla carestia solo grazie all’abbondante raccolto di castagne (in dialetto “bäler”) dei boschi di Riviano. Questo raccolto meraviglioso venne attribuito all’intercessione della Madonna; perciò , da allora, la seconda domenica di ottobre, sul sagrato della chiesetta, si festeggia “la Madonna dei Bäler”. In classe abbiamo ripreso la leggenda e, per l’occasione, abbiamo gustato il pane di castagne, l’alimento base dei nostri vecchi.”

Anche una località così appartata ha avuto la sua celebrità: ai tempi della duchessa Maria Luigia, un suo capitano che dimorava a Palazzo, notò tra i contadini Ettore Galli, un ragazzo che disegnava benissimo. Lo segnalò alla duchessa che lo fece educare in Germania; Ettore diventò un famoso incisore di medaglie , molte delle quali sono custodite nei musei di Parma. Mario ci ha suggerito di realizzare un bozzetto in ricordo di Ettore Galli; il nostro lavoro è stato consegnato al vicesindaco Rabidi Giovanni in occasione dell’uscita conclusiva perché possa trasformarsi in un’opera più duratura a ricordo di questo illustre cittadino di Riviano. Dal novecento iniziò lo spopolamento di Riviano : la gente ha abbandonato la campagna per emigrare all’estero o per andare in fabbrica. Da allora la chiesetta e le magnifiche querce secolari che la circondano hanno conosciuto un degrado da cui si stanno riprendendo lentamente grazie all’impegno degli “Amici di Riviano”. La chiesetta è quasi completamente restaurata, si stanno studiando le cure possibili per le querce, anche se trovare i fondi per loro sembra molto difficile, ma …… il cimitero vecchio si è presentato ai nostri occhi in un grave stato di abbandono: fra rovi e rovine giacciono lapidi di diversa forma sulle quali si possono ancora leggere brandelli di parole.

4° tappa
Visita al cimitero per predisporre il recupero delle lapidi

A questo punto abbiamo deciso di prenderci cura del vecchio cimitero e là ci siamo recati partendo di buon mattino in compagnia di Mario e Daniele, armati di stracci, spatole, metri e taccuini. Dopo tanto oblio ogni lapide è tornata a parlare di sé, sotto le piccole mani di pulitori, misuratori, decifratori.

5° tappa
Attività di riflessione e rielaborazione in classe

Col supporto degli appunti scritti durante l’uscita e delle fotografie relative ai monumenti funerari, ogni gruppo ha rielaborato il proprio materiale producendo una scheda di catalogazione delle lapidi presenti nel vecchio cimitero. A questo punto eravamo pronti per spedire la sintesi del nostro lavoro al Concorso “Mi prendo a cuore “indetto dal FAI.

6° tappa
Giornata conclusiva

Insieme ai nostri esperti abbiamo ipotizzato di recuperare le lapidi e sistemarle provvisoriamente nell’attuale camposanto adiacente la chiesa, in attesa di interventi di ristrutturazione del vecchio cimitero. L’operazione ha richiesto la collaborazione di tutti i soggetti coinvolti: la Parrocchia, l’Amministrazione Comunale, gli “Amici di Riviano” e i volontari della Protezione Civile che si sono resi disponibili ad effettuare il trasferimento.

Conclusione

Prenderci cura di un luogo ferito ci ha insegnato tanto: l’ ascolto , l’esplorazione, la ricerca, la collaborazione. Fare qualcosa per la nostra comunità , per la conservazione della memoria di Riviano ha contribuito alla nostra crescita di piccoli cittadini. Abbiamo voluto documentare questa attività perché ci auguriamo che possa essere un esempio e uno stimolo affinchè ciascuno impari l’importanza e il piacere “di prendersi a cuore” il proprio territorio.

Articolo inserito il 06/10/2011

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