Il Ceno
Il fiume che attraversa la valle
Varano... da visitare

La leggenda lo vuole, col gemello Taro, nato dall'incontro tra la Neve e il Fuoco in una grotta alle falde del M. Penna. Di la, il lungo percorso nella valle omonima per ricongiungersi poi al Taro nei pressi di Fornovo. Nel Giudicato di Arivaldo steso fra il 626 ed il 636 riguardante la lite fra Parma e Piacenza ed in quello di Pertarito del 673 appare, per la prima volta, l'appellativo "Cene" senza la denominazione ne' di "Rivus" ne' di "Flumen". Nel documento n03 facente parte dei tredici documenti inediti conservati nell'Archivio capitolare detta Diocesi di Piacenza, riguardanti sopratutto vendite di terreni, redatto il 28 Aprile 875 compare anche la denominazione di fiume "in casale Casanova, in loco qui dicitur Prade prope fluvio Cene" (nel casale Casanova, in luogo chiamato Prada nelle vicinanze del fiume Ceno).
Il Ceno entra nel territorio comunale a Ponte Vetrione; due sono gli affluenti maggiori: la Canedola e la Pessola.
Un infinità di rii e ruscelli ne determinano il carattere torrentizio; i rii pricipali sono: rio Sanello a Vianino, rio Dordia, rio Boccolo e rio del Torchio a Varano, rio Rizzone, rio Gherlonzo o di Riva, rio Bargolo e rio della Strega. Ceno ha rappresentato, sopratutto nel passato, un'asse portante per l'economia locale essenzialmente agricola che bisognava di acqua. Oltre all'acqua il greto del fiume f01ìliva ghiaia e sabbia per l'edilizia favorendo, così, lo sviluppO della piccola imprenditoria locale. Verso la fine degli anni quaranta l'Enel aveva avanzato la concreta ipotesi della costruzione, in località Malzapello, di una diga; ipotesi laciata poi cadere per diverse ragioni e scelte.
Contemporaneamente la varietà e la ricchezza dell' habitat fluviale costituivano e costituiscono tutt'ora una grande occasione di svago per escursionisti, amanti della pesca, appassionati della pittura, della fotografia e della natura in genere.
Articolo inserito il 31/03/2010